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Nella stanza ormai non ce più solo un paziente che parla e un analista che lo ascolta, alla ricerca di un atteggiamento neutrale, né ci sono due persone che si confrontano con movimenti trasferali, delle quali l'una, l'analista, possiede strumenti per fronteggiare meglio dell'altra ciò che il paziente mette dentro di lui. In questa stanza c'è una gruppalità nuova fatta da tutti i personaggi e le storie che il paziente porta e che l'analista considera anche in base ai suoi personaggi e alle sue storie, per poter costruire assieme al paziente le storie che lui non ha potuto ancora costruire. C'è dunque un gioco nuovo fatto di emozioni e di storie non ancora narrate ed un campo emotivo all'interno del quale viverlo. L'analista deve perciò mettersi in discussione e accettare un coinvolgimento anche sul piano personale (la conarrazione, gli enactments e addirittura la self-disclosure), con la consapevolezza che può ritrovarsi non perfettamente pronto a rispondere con fluidità alle sollecitazioni di chi gli richiede una creatività nuova di cui il paziente ha bisogno per costruire, sognare storie che sono la sua storia futura e finora non possibile. Alcuni esercizi contenuti in questo libro e proposti al lettore, acquistano il senso di oliare, lubrificare, ridare fluidità e recuperare creatività alla mente talvolta indurita, arrugginita dell'analista.